Basket, il fenomeno di Okc continua a stupire

Scritto il 14/12/2025
da Filippo Tabacchi

Il glaciale canadese fa ribollire l’Nba. Gilgeous-Alexander è campione ed mvp ma migliora ancora Sulla scia di Jordan

A Oklahoma City hanno vinto il titolo lo scorso anno ma la pancia non è per nulla piena perché quando Shai Gilgeous-Alexander, 27 anni, due metri di pura malizia, prende la palla, l'intera lega si trasforma in preda. Il suo gioco è un tango con il diavolo. Non esplode verso l'alto, salta poco e maluccio, non schiaccia mai però scivola tra i difensori come il fumo della sigaretta fuori quando apri il finestrino. Cambia ritmo come il DJ al tagadà: prima, terza, retromarcia, stop. L'hesitation è un battito di ciglia che manda il difensore a sbattere contro un muro invisibile, mentre lui è già al gomito a servire il suo jumper letale da media distanza, un bacio al ferro così morbido da far commuovere gli amanti del basket old but gold. Quest'anno ha aggiunto la ciliegina letale: lo step-back da tre è una danza mortale. Corpo inclinato come la Torre di Pisa, rilascio alto come se tirasse una freccia al cielo: 52% su oltre 6 tentativi a partita. Il pallone esce dalle sue dita come un gattino addormentato e cade nella retina senza nemmeno svegliarsi. Numeri da brividi: oltre 32 punti, 6,5 assist, 1,5 rubate, 88% ai liberi. Tuttocampista sopraffino sui due lati del campo, piedi che sembrano pattinare sul parquet, copre dal play all'ala piccola senza mai perdere il sorriso, mai una protesta, i tecnici non sa manco cosa siano. Anello già al dito, MVP, non è sazio e si vede. Curiosità da bar: 93 gare di fila sopra i 20 punti, solo un certo Wilt Chamberlain ha fatto meglio. Gioca 40 minuti? Macché, la media è 33! In NBA CUP, torneo un po' artificiale, ne infila 28 in 27 minuti. Per favore, non si facciano paragoni con Michael Jordan perché The Jesus è come Fonzie: quando lo hanno creato hanno buttato via lo stampo. Shai è più freddo del ghiaccio canadese ma ribolle di talento.